domenica 25 settembre 2011

Più veloce della luce

Interrompo momentaneamente la pubblicazione delle scene, perché il mondo là fuori pulsa e reclama attenzione.
Esiste qualcosa che viaggia più veloce della luce, senza dilatare la sua massa all'infinito. Buona parte del mondo, me compresa, fino all'altro ieri non sapeva nemmeno che esistessero i neutrini; ora viene fuori che potrebbero ribaltare le basi della fisica.
Data la mia ignoranza, non voglio entrare nel merito della scoperta, che tra l'altro deve essere ancora confermata. Ma mi accorgo sempre di più di una cosa: se vogliamo sopravvivere dobbiamo imparare a cambiare in continuazione i nostri schemi mentali, il nostro modo di vedere. E' talmente caotica la realtà che appena troviamo un punto fermo ce ne innamoriamo, ce lo coccoliamo, e soffriamo da morire quando dobbiamo scombinare tutto e ricominciare da capo, o quasi. E' comprensibile, è nella nostra natura.
La teoria della relatività è stata formulata poco più di cent'anni fa, e già ci mette sottosopra la scoperta di qualcosa che va oltre. Penso a cosa deve aver significato per la comunità "scientifica" del XVII secolo sentirsi dire che un'intera concezione dell'universo, accettata da duemila anni, andava dimenticata. Difficile da accettare -per gli specialisti e per la mentalità comune. Ancora oggi, quattro secoli dopo, diciamo: "E' inutile lasciare la macchina all'ombra di quell'albero, perché tanto il sole gira."
Da venerdì, allo stesso modo, rischiamo di cadere in contraddizione ogni volta che diciamo: "Corri, più veloce della luce!" Come nel caso del sole, mi sembra difficile che l'espressione cambi. La luce è qualcosa di familiare.
"Più veloce di un neutrino"? Non suona tanto bene.

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