martedì 30 agosto 2011

Il grembiule da sposa

Nell'ora più bella per Firenze, quando calano le prime ombre e una luce tiepida le rende un po' d'anima, tra i pullman e i banchi di souvenir di piazzale Michelangelo passeggiavano due sposi.
O meglio: si facevano fare il filmino delle nozze. Per molti il modo migliore di tramandare in eterno il ricordo dei sentimenti più autentici è recitarli in un quarto d'ora di complicata coreografia, studiata nei minimi particolari per essere più originali delle altre coppie.
A dire il vero il piazzale panoramico più famoso del mondo, con il duomo e Palazzo vecchio sullo sfondo, non era granché quanto a originalità. Forse per questo hanno inscenato il loro cabaret, con diletto di tutti i passanti. In un banco di souvenir hanno scoperto quei grembiuli "spiritosi" con stampati i corpi di nudi d'arte, e ne hanno intuito le potenzialità cinematografiche. Trasformati dalle scapole all'inguine (compreso) nel David di Michelangelo e nella Venere di Botticelli, si offrivano ridenti alla telecamera. Lei metteva il broncio, lui faceva il gesto di sculacciarla.
Finito il giochino, si sono tolti i grembiuli, hanno buttato qualche moneta al chitarrista che suonava Yesterday appoggiato al parapetto (sempre rigorosamente inquadrati dalla telecamera), si sono provati dei cappelli da cuoco in un altro banco e poi si sono dileguati tra i turisti e i piccioni.
Visto che con ogni probabilità figuro in quel video, è legittimo chiedermi che fine farà. In effetti noi che viviamo in mete turistiche andiamo a finire nelle foto e nei video di mezzo mondo (soprattutto quando andiamo di fretta e non ci va di fermarci ad aspettare lo scatto, neanche fosse il verde del semaforo); ennesima dimostrazione che la privacy è una pia illusione anche per chi resiste a Facebook.
Ma torniamo a noi. Dicevo, che fine farà il filmino? E loro? Magari la sculacciata nascondeva un'inclinazione reale. Magari no. Magari sono due persone volgari. Magari sono due intellettuali serissimi che per una volta nella vita si sono sfogati con un po' di kitch. Magari sono una coppia simpatica che se ne frega di cosa la gente pensa di loro. Lei potrebbe essere una donna oggetto. O potrebbe essere una persona troppo intelligente per prendere sul serio ogni sciocchezza della vita.
Forse un giorno faranno vedere il filmino ai loro figli, che da bambini si divertiranno come matti e da adolescenti si vergogneranno. Forse si vergogneranno anche loro. Forse invece rimpiangeranno i tempi in cui avevano il coraggio di fare cose stupide. Forse non avranno figli, forse si lasceranno tra due mesi, forse rimarranno insieme per tuta la vita.
Hanno incrociato la mia strada per un momento, poi se ne sono andati. Chissà chi sono, dove vivono, come si sono conosciuti. Chissà se rivedendo il video noteranno quei tre ragazzi che li guardano perplessi.
Intanto, auguri.

sabato 27 agosto 2011

Trieste

Trieste non sembrerebbe la meta più appropriata per una che ci ha messo più di un mese a leggere La coscienza di Zeno; eppure mi è piaciuta molto. Ci ho passato qualche giorno, e mi è sembrata una città dalle molte anime: luminosa nella grande piazza dell'Unità, con gli eleganti palazzi bianchi che si aprono sul mare; sfuggente nei vicoli della Città vecchia cantati da Umberto Saba; austriaca e severa nell'architettura di certi edifici, ma anche popolare, colorita, non inquadrata, come sono spesso le città di mare. Non è un luogo turistico; anzi, è come se la vita quotidiana fosse cresciuta e brulicata sopra un passato rigido e ufficiale, come l'erba sul romano Arco di Riccardo che ora è stato inglobato in una casa.
E' stato divertente cercare i luoghi delle poesie di Saba e vedere come sono cambiati. Le "erte" che saliva per contemplare la città dall'alto ci sono ancora, spesso pedonali e ingentilite dall'edera sui muri (Trieste è una città tutta in salita, stretta tra il mare e le colline, e quindi molto calda). Il caffè Tergeste, dove ripete l'ubbriaco il suo delirio, è diventato un locale fighetto. Nella Città vecchia stanno ristrutturando molte case; il che sarebbe lodevole se non fossero venuti fuori degli affari tozzi, sgraziati, con dei colori a mal di stomaco; sarebbe difficile anche per Saba, se ci passasse ora, ritrovare l'infinito nell'umiltà.

Poco lontano da questa città inquieta, disarmonica e affaccendata si trova il luogo di delizie di un sognatore di sangue blu. L'arciduca Massimiliano d'Asburgo, fratello dell'imperatore, si fece costruire nell'unico punto arieggiato di tutta la costa triestina un castello dove dedicarsi alle sue passioni: la lettura, la poesia, l'arte, la natura (i vantaggi di essere un nobile senza obblighi di governo!). Non per niente intervenne nella progettazione, dando agli architetti indicazioni sia sull'aspetto dell'edificio che sull'arredamento delle stanze. Ne venne fuori il castello di Miramare: forme solide e nette su uno sfondo indefinito dove la foschia confonde il mare con il cielo e con la costa. Tutto intorno c'è il parco romantico, con i vialetti che salgono, scendono, si diramano, si attorcigliano. Anche le piante si attorcigliano; sono tante, fitte, diverse, e attutiscono i rumori degli animali che ci si nascondono dentro, pronti a saltare via dopo averti guardato per un momento con occhi spaventati.. Nel centro, una luminosa razionalità interrompe e argina il mistero intricato della natura: il parterre aperto sul mare con le sue aiuole colorate e geometriche e le statue stagliate contro l'azzurro.
 Questo fu il piccolo regno di Massimiliano, fintanto che poteva progettare una residenza a sua immagine e somiglianza, scrivere poesie mentre le grandi finestre spalancate gli facevano entrare il mare in casa, perdersi nei viali del parco intricato; prima che il mondo reale lo travolgesse e si ritrovasse dall'altra parte dell'Oceano, sovrano deposto di un Paese sconosciuto, davanti a plotoned'esecuzione. Strana la vita.    



Protected by Copyscape Plagiarism Scanner

venerdì 26 agosto 2011

Contro il figlio di Eufileto- scena quinta

Scoramide, Lisia.
SCORAMIDE Lisia il logografo, vieni qui. Voglio farti i complimenti.
LISIA Ragazzo mio, quando avrai la mia età scherzerai di meno. Anziché congratularti con il logografo del tuo avversario, dovresti vergognarti di aver messo tuo padre nei guai.
SCORAMIDE Solo di questo? Di aver sedotto una donna sposata, non dovrei vergognarmi?
LISIA Beh, ora che il processo è finito posso dirti in tutta sincerità che la moglie di Rafaninice è una gran bella donna. Come tua madre, d'altra parte. Ma al di là di questo giudizio personale, Scoramide, chi te l'ha fatto fare? Potresti avere una vita tranquilla accanto a Eufileto, essere un buon cittadino e, quando ne hai bisogno, svagarti... per vie meno rischiose.
SCORAMIDE Perché me lo chiedi? Parli come se fossi tuo figlio.
LISIA Mi è parso di capire che ho una qualche colpa in tutta questa storia -da quello che mi ha detto Rafaninice, almeno.
SCORAMIDE Da quando ti fai prendere dai sensi di colpa?
LISIA Sempre meglio essere informati sui fatti che ci riguardano. Io, poi, ho bisogno di ricomprarmi i beni che i Trenta mi sottrassero con la forza, e non voglio procurarmi una cattiva fama.
SCORAMIDE Ebbene, ti spiegherò. Immagina che, nella tua prima infanzia, quando appena cominci a intuire confusamente il mondo che si muove intorno a te, tua madre ti usi come strumento per incontrarsi con il suo amante; immagina che i primi suoni che ricordi di aver udito siano ansiti adulteri; e poi urla, sangue, gente che corre per casa; immagina di crescere con un padre malinconico, sempre offeso e per di più imbecille e una madre incapace di sorridere perfino a suo figlio, in mezzo a gente sempre pronta alla risatina, all'insinuazione, di avere la sensazione di conoscere il motivi dell'umore di tuo padre e delle insinuazioni senza mai riuscire ad afferrarli; e immagina infine che, proprio quando ti sembra di aver superato le tue inquietudini e di essere pronto per vivere una vita normale, salti fuori uno che spiattella ai quattro venti la storia di tuo padre e di tua madre -e anche tua, per Ercole- immagina che tutti i tasselli vadano a posto nella tua testa nello stesso momento, non prima, in cui la stessa storia diviene nota a qualsiasi sconosciuto! Non ti verrebbe voglia di attaccare, di prendere in giro, di rovesciare tutto ciò che in un modo o nell'altro a ha contribuito a creare quello scherzo della natura che sei diventato?
LISIA Per Polluce, figliolo, tua hai la stoffa del logografo! Non si direbbe che tu sia figlio di un agricoltore idiota! Ti prenderei come apprendista se non temessi una tua concorrenza, in futuro.
SCORAMIDE Lisia, chi sono io? Cos'altro potrò mai essere se non uno strumento della tua strategia difensiva?
Entra Eufileto.
EUFILETO Scoramide, figlio mio, ho sentito tutto! Hai ragione, ci preoccupammo di me, di Sostrata, di Eratostene, della paga di Lisia, e mai di te! Ma tu sei quello che ha sofferto di più. Perdonami, abbraccia tuo padre!
LISIA Attento Scoramide. Potrebbe essere una recita per convincerti a pagare la multa di tasca tua.
SCORAMIDE Non essere ridicolo, padre! Magari bastasse una parola per cancellare tutto quello che è successo da quel giorno di mezz'estate in cui sono nato.
EUFILETO Dimentica! Sono tuo padre e ti chiedo perdono; tutto il resto non esiste.
LISIA Un momento. Sei nato a metà dell'estate?
SCORAMIDE Sì, perché?
Lisia borbotta qualcosa tra sé, come se facesse un calcolo.
EUFILETO Che hai, Lisia?
SCORAMIDE Lisia, ti prego, se hai scoperto qualcos'altro su di me dimmelo. Ormai voglio sapere tutta la verità.
LISIA Ma sì, figliolo, hai sofferto abbastanza. Vieni con me, ti dirò.
EUFILETO E io?
LISIA Per Ercole, Eufileto, è già mattinata inoltrata! Chissà cosa stanno combinando nel campo quei due bricconi dei tuoi braccianti!
EUFILETO I miei braccianti sono persone fidate!
LISIA Come tua moglie?
EUFILETO Insomma, Lisia, parla!
LISIA Senti, Eufileto, ormai le corna ce le hai. Che differenza ti fa un amante di più o di meno?
EUFILETO Che significa questo?
SCORAMIDE Significa, padre, che ormai la barba mi è cresciuta da un pezzo, ho compiuto gli anni a metà dell'estate e ormai è tempo che abbia un amante.
EUFILETO E che c'entrano le mie corna?
SCORAMIDE C'entrano, perché è inutile cercare argomenti cornuti per negarlo. E' tempo che dimentichi le sofferenze del passato e mi faccia guidare nell'età adulta da un uomo adulto e intelligente. Poi prenderò moglie e ti darò dei nipoti.
EUFILETO Per quanto tempo ho aspettato di sentirti parlare così, figlio mio! Vai, il mondo è tuo. Ora abbracciami; io vado nel campo perché anche i braccianti più fidati, è bene sorvegliarli qualche volta.
Si abbracciano. Eufileto esce. Lisia e Scoramide si avviano insieme.
SCORAMIDE Scommetto che sei caduto in fallo apposta per vedere come uscivo dalla situazione.
LISIA Non ho nulla da dire ragazzo mio, te la sei cavata egregiamente. Si vede che ci sai fare con le parole.
SCORAMIDE Per la prima volta in vita mia mi sento in pace col mondo!
LISIA Bene, ora che abbiamo scoperto la nostra parentela potresti anche aiutarmi a recuperare i beni che mi hanno sottratto i Trenta. Sono anche roba tua, d'altra parte.
SCORAMIDE Non lo sono, se non hai intenzione di lasciarmeli in eredità.
LISIA Come faccio a lasciarteli in eredità se prima non me li riprendo?
SCORAMIDE Lisia, com'era mia madre?
LISIA Non divagare. E' un brutto vizio.
SCORAMIDE Ho preso da mio padre.
(Si allontanano continuando a parlare)

FINE


Protected by Copyscape Plagiarism Scanner

domenica 21 agosto 2011

Contro il figlio di Eufileto- scena quarta

Eufileto entra nella bottega dell'invalido, Sepedone.
SEPEDONE Tu qui, Eufileto? Possano gli dei smettere di accanirsi contro di te! Chi...
EUFILETO Calmati, Sepedone, non è morto nessuno; niente guadagni per te, oggi. Volevo solo fare due chiacchiere.
SEPEDONE Attento, rischi di essere scambiato per un individuo malvagio e dissipatore!
EUFILETO Non ricordarmi i discorsi di Lisia!
SEPEDONE Ah, scusami. Ho saputo che ha scritto un'orazione contro tuo figlio. Ma che vuoi farci? E' naturale che ognuno faccia quello che crede per cavarsela nella vita.
EUFILETO Hai ragione, Lisia fa solo il sua lavoro. Quello con cui dovrei prendermela è Scoramide. Non so proprio perché non l'ho ancora ridotto nelle tue condizioni.
SEPEDONE Perché in tal caso chiederebbe il sussidio di invalidità, e Lisia ci farebbe i soldi!
EUFILETO E' vero. Se gli orfici hanno ragione, quando rinasco voglio fare il logografo. Lisia riesce sempre a guadagnare sulle disgrazie altrui.
SEPEDONE Beh, quando morirà sarò io a guadagnare sulla sua!
EUFILETO Mah, tutti vivono sulla morte di qualcun altro. Ma io sono un povero contadino, la mia ricchezza sta nel produrre anziché nel distruggere e quindi mi faccio fregare da tutti.
SEPEDONE Vedo che le circostanze ti hanno reso pessimista.
EUFILETO Ma la cosa peggiore è che tutta questa storia mi fa pensare a Sostrata, a quanto mi sentii umiliato...
SEPEDONE Lo so meglio di te, quanto ti sentisti umiliato: quando è morta non hai voluto nemmeno farle un funerale come si deve.
EUFILETO Che cosa ti aspettavi? Che ti ordinassi un rito in gran pompa per la donna che mi aveva disonorato? Dopo avermi fatto spendere un patrimonio da viva, doveva rovinarmi anche da morta?
SEPEDONE Un patrimonio?
EUFILETO Sì, per pagare Lisia.
SEPEDONE Lisia non è così caro.
EUFILETO Già, parli bene tu che oltre ai profitti della tua attività hai anche il sussidio pubblico... Come se essere zoppo fosse un impedimento al tuo lavoro!
SEPEDONE Io l'ho sempre visto quasi come un vantaggio: chi è afflitto di solito si sente offeso dall'avere a che fare con gente nel pieno del vigore. Ci voleva proprio Lisia per farmi avere la meglio su quel tizio che mi voleva contestare la pensione...
EUFILETO Torna sempre Lisia nel discorso.
SEPEDONE Per forza, siamo dentro a uno sventurato esercizio scolastico, e la sventurata che ci fa parlare ci conosce solo attraverso le orazioni di Lisia.
EUFILETO Mah, a quanto pare i posteri avranno veramente molto tempo da perdere. Un po' di sano lavoro nei campi non gli farebbe male.
SEPEDONE A te ha impedito di sorvegliare tua moglie, quindi non dovresti suggerirlo agli altri.
EUFILETO Taci, Sepedone! Ora che ci penso, fu proprio al funerale di mia madre che Sostrata fu adocchiata da Eratostene. E se non mi sbaglio l'avevi organizzato tu.
SEPEDONE Vuoi dire che fu colpa mia?
EUFILETO In parte.
SEPEDONE Allora fai prima a dire fu colpa di tua madre che morì.
EUFILETO Magari Eratostene era uno degli individui che frequentavano la tua bottega! E tu l'avevi avvertito che era appena morta la suocera di una bella donna...
SEPEDONE Ma che argute deduzioni, Eufileto. Pensi di uccidermi, a questo punto?
EUFILETO No, perché Lisia finirebbe per guadagnarci.
Protected by Copyscape Plagiarism Scanner

sabato 20 agosto 2011

Contro il figlio di Eufileto- scena terza

Protected by Copyscape Plagiarism Scanner
Lisia incontra Rafaninice alla fine del processo.
LISIA Allora?
RAFANINICE Cosa devo dirti, Lisia? Avremmo dovuto rivederla insieme, quell'orazione. Mi hai messo in bocca delle cose che mi fanno sembrare un povero idiota... Tra me ed Eufileto c'è una bella differenza, se permetti!
LISIA Sì che c'è differenza, lui è più sveglio di te perché almeno aveva preso con sé dei testimoni. Comunque, non ti sto chiedendo che impressione ha fatto l'orazione a te, ma che impressione ha fatto ai giudici.
RAFANINICE Buona, buona, ma non certo per merito tuo. Il fatto è che Scoramide non ha negato nulla. Tutta la sua strategia difensiva è consistita nel sostenere che i mariti cornuti sono già cornuti prima che la moglie li tradisca, e che le mogli puttane sono già puttane prima che qualcuno le seduca; quindi lui non ha fatto altro che rendere pubblica una realtà già esistente, e dovrebbe semmai essere elogiato piuttosto che punito; io invece, che non ho saputo sorvegliare mia moglie, dovrei pagare.
LISIA E' pazzo (per nostra fortuna!) Chi gli ha scritto il discorso?
RAFANINICE Non lo so. Forse è andato a braccio. Non era un granché quanto a struttura e retorica.
LISIA Gli dei mi proteggono. Per una volta che mi è capitato un processo difficile, ho trovato anche un avversario pazzo. Comincio a intravedere le mie case all'orizzonte!
RAFANINICE La tua allegria mi irrita, Lisia. Quell'uomo mi sta coprendo d'infamia; mi verrebbe voglia di intentargli un altro processo per quello che dice.
LISIA Ma che dici? E' la nostra fortuna.
RAFANINICE Per te, forse, che ti prendi i soldi; non per me che ci metto la faccia.
LISIA E poi non è mica privo di senso quello che dice.
RAFANINICE Lisia!
LISIA Lo so che è brutto, ma è così.
RAFANINICE Vorrei tanto che tua moglie ti tradisse; allora smetteresti di fare lo spiritoso.
LISIA Ma via Rafaninice, chi vuoi che se la pigli mia moglie?
RAFANINICE Tu incentrasti tutta la tua difesa di Eufileto sul fatto che sua moglie era la donna più virtuosa di Atene prima di incontrare Eratostene!
LISIA Questo lo pensava lui, non io.
RAFANINICE Beh, magari era vero.
LISIA Non era vero...
RAFANINICE Come fai a saperlo?
LISIA Mah, uno si deve pur informare quando vuole scrivere un buon discorso.

giovedì 18 agosto 2011

Contro il figlio di Eufileto- scena seconda

Lisia; Eufileto, vecchio cliente di Lisia.
EUFILETO Lisia! Lisia, dove vai? Non scappare.
LISIA Salve, Eufileto, come vanno le cose?
EUFILETO Sai benissimo come vanno. Ottanta mine ti pagai, e per un discorso che non ne valeva la metà. E ora mi ringrazi aiutando l'accusatore di mio figlio?
LISIA Se proprio vuoi rivangare il passato, sei tu che devi ringraziare me. Ti aiutai a ottenere giustizia, o no? O vuoi farmi credere che avresti saputo scrivere da solo un discorso di difesa?
EUFILETO Facesti il tuo lavoro.
LISIA E anche ora lo sto facendo! E poi proprio tu, Eufileto, mi vieni a prendere le parti di un adultero? Anche se si tratta di tuo figlio, dovresti essere... ehm, sensibile a questo tipo di colpe.
EUFILETO Lisia Lisia, perché dev'esserci sempre la mia casa sulle bocche degli Ateniesi? E guarda che coincidenza, sei sempre tu che ci mangi!
LISIA Non è colpa mia se sono il miglior logografo di Atene. Ma dimmi di tuo figlio. Scoramide si chiama, no?
EUFILETO Mi ritieni tanto stupido da darti informazioni utili per denigrarlo?
Lisia alza le spalle in modo significativo.
EUFILETO Eppure sembravi una persona leale.
LISIA E tua moglie sembrava una persona virtuosa.
EUFILETO Non scherzare. Lo sembrava davvero. E lo era, prima che Eratostene la corrompesse. Tu non la conoscevi.
LISIA E' vero, non la conoscevo. Come va con quella nuova?
EUFILETO Non sono così privo di senno da fare due volte lo stesso errore. La vecchia Sostrata ha scontato giorno per giorno la sua colpa, finché non è morta. Ma Mantitea è virtuosa sul serio.
LISIA Solo perché non l'hai ancora portata a un funerale!
EUFILETO Stai tranquillo che se la portassi a un funerale ci sarebbe mio figlio a mettermi in guardia!
LISIA Ovvero?
EUFILETO Ma sì, va alle celebrazioni religiose si mette a urlare che il tale e il tal altro vogliono sedurre le mogli di questo e di quest'altro. Questa è una delle stranezze che ha preso dopo aver letto la tua orazione in mia difesa -e fosse la più grave!
LISIA Non gli avevi mai detto nulla di quella storia?
EUFILETO No, ma ora me ne pento. Qualcosa ha comunque sentito dire, in qua e in là; ma ha avuto una visione d'insieme solo quando un suo amico gli ha sventolato la tua orazione sotto il naso. Avrei fatto meglio a spiegargli tutto io; così almeno saprebbe come stanno veramente le cose e sarebbe orgoglioso di essere mio figlio.
LISIA Se lo dici tu... Ma quando mi hai dato il permesso di pubblicare non presentivi quello che sarebbe successo? Non avevi notato nulla di strano in lui?
EUFILETO Sì, un po' strano lo era, ma come facevo a sapere che la cosa sarebbe degenerata? Non mi ha mai voluto aiutare nel campo, neanche quando ho minacciato di picchiarlo; anziché prendere i miei vestiti smessi li ha sempre voluti nuovi, con quello che costano. Era diffidente verso tutti. Che altro? Odiava sua madre... ma questo gliel'avevo insegnato io.
LISIA Povera Sostrata, che destino infelice!
EUFILETO E' quello che si meritava. Per colpa di Eratostene, ovviamente.
LISIA Ma tornando a tuo figlio...
EUFILETO Quante volte ti devo dire che non ti parlerò di mio figlio?
LISIA Ma me ne hai parlato finora!
EUFILETO Veramente?
LISIA Non te ne sei accorto?
EUFILETO Ah Lisia, sei davvero il più astuto allievo dei sofisti! Riesci sempre a...
LISIA Beh, ormai hai parlato. Ma dimmi un'ultima cosa: ti importa veramente della sorte di un ragazzo che ha compiuto lo stesso crimine che tu stesso subisti un tempo?
EUFILETO Lisia! E' mio figlio!
LISIA Un figlio che non ti aiuta nei campi. Che te ne fai? E' forse una fonte di guadagno per te?
EUFILETO Se non mi rende nulla, almeno non mi causi perdite! Sai a quanto ammonta una multa per adulterio?
LISIA Lo so benissimo, perché una buona parte finirà nelle mie tasche.
EUFILETO Se almeno quel tuo amico l'avesse ammazzato! Non avrei né una bocca da mantenere né una multa da pagare.
LISIA Ecco che viene fuori l'affetto di un padre! E' per questo, dunque, che ti secca che io scriva il discorso di Rafaninice? Perché la multa è a carico tuo?
EUFILETO Cerca di capirmi, Lisia. Dovrò anche pagare un logografo capace di tenerti testa, chissà quanto mi costerà (meno di te, in ogni caso). Sono un povero agricoltore, non posso buttare via tutti quei soldi. Mi servono.
LISIA Anche a me servono. Tu ti lamenti tanto, ma almeno hai il tuo pezzetto di terra da coltivare. Io invece le case che possedevo me le devo ricomprare mina per mina, perché i Trenta me le hanno sottratte ingiustamente...
Protected by Copyscape Plagiarism Scanner

mercoledì 17 agosto 2011

Contro il figlio di eufileto- scena prima

Lisia, logografo; Rafaninice, amico di Lisia.
LISIA Certo che me lo ricordo, Eufileto, quell'imbecille. Non mi ci volle nulla a convincere i giudici che non sarebbe stato capace di  uccidere un uomo per un motivo perseguibile facendolo sembrere un delitto d'onore neanche se un altro avesse ideato questo piano e gliel'avesse fatto imparare per filo e per segno. Figurati che pensava che la moglie non solo fosse fedele, ma anche un'amministratrice eccezionale. Mi disse proprio così, un'amministratrice eccezionale...
RAFANINICE Non lo era?
LISIA Per Zeus, cominciò a derubarlo il giorno che si sposarono!
RAFANINICE Questo nella tua orazione non c'è scritto.
LISIA La conosci a memoria, eh? Bravo figliolo. No, non c'è scritto, perché Eufileto non l'ha mai saputo.
RAFANINICE E tu come lo sai, allora?
LISIA Beh, quando uno vuole scrivere un buon discorso deve pur... informarsi... per conto proprio. Ma tornando a noi, perché sei venuto a ricordarmi Eufileto? Avrà mica fatto fuori anche l'amante della sua nuova moglie? Fossero tutti imbecilli come lui, i miei clienti, avrei abbastanza soldi da ricomprarmi...
RAFANINICE Le case che ti confiscarono i Trenta. Se tu recuperassi una mina ogni volta che le infili in un discorso sarebbero di nuovo tue da un pezzo. Comunque il problema non è Eufileto.
LISIA E allora?
RAFANINICE Eufileto aveva un figlio, ricordi?
LISIA Come no, un elemento fondamentale della mia strategia difensiva. La madre si serviva di lui per incontrarsi con Eratostene: diceva che andava dabbasso a dare il seno al bambino, e invece lo dava un uomo bell'e svezzato.
RAFANINICE Ovviamente dopo la fine del processo ti sei del tutto disinteressato a lui, no?
LISIA Beh, aveva poco più di un anno, era un po' piccino perché mi interessassi a lui...
RAFANINICE E dunque ignori cosa sia diventato?
LISIA Un imbecille senza dubbio se è figlio di Eufileto; un adultero se è figlio di Eratostene.
RAFANINICE Magari! Molto peggio!
LISIA Per Zeus, di chi è figlio? Di Polifemo?
RAFANINICE Lisia, non è solo il padre a determinare l'indole di un uomo. Il tuo era una brava persona. Ma dimmi: qualche anno fa hai pubblicato il discorso che facesti pronunciare a Eufileto, o no?
LISIA Rafaninice, credi forse di essere diventato Socrate? Dove vuoi portarmi con tutte queste brachilogie?
RAFANINICE L'hai pubblicato o no?
LISIA Un pover'uomo a cui i Trenta hanno confiscato tutti i suoi averi deve pur guadagnarsi un po' di notorietà in qualche modo!
RAFANINICE Insomma, da quando quel discorso ha cominciato a circolare il ragazzo è come impazzito. Non era tanto normale neanche prima, a dire il vero... Ma ora sta diventando preoccupante. Si rifiuta di prestare servizio come oplita, mai che si sia visto a un'assemblea o a un processo, si diverte a rubare muli e restituirli il giorno dopo; ma fosse solo questo! Va ai funerali e semina scompiglio urlando ai mariti che tutti i passanti stanno cercando di sedurre le loro mogli; e magari il giorno dopo ne seduce una lui stesso. Quando va con una prostituta pretende che poi gli altri ne dichiarino la virtù, il senno, i buoni costumi; ma sulla nuova moglie di suo padre fa continuamente insinuazioni.
LISIA Per Eracle, si direbbe che Eufileto ed Eratostene l'abbiano generato unendosi tra loro! Ma con ciò? E' un originale. Che noia dà?
RAFANINICE Che noia dà? Non è tua moglie che ha sedotto.
LISIA Ora capisco. Non potevi dirmelo da subito, anziché farmi perdere tutto questo tempo?
RAFANINICE Lisia, quell'uomo ha sedotto mia moglie! Mia moglie, la donna...
LISIA Più virtuosa di Atene, lo so. Dicono tutti così (per mia fortuna). E con ciò? Uccidilo, ti farò un buon prezzo per il discorso di difesa.
RAFANINICE Mi hai preso per un imbecille come Eufileto, Lisia? Quando l'avrò ucciso, cosa ci guadagnerò?
LISIA Ci guadagnerò io, se la cosa ti consola.
RAFANINICE Non scherzare. Sai che la mia attività non va bene. Preferisco essere cornificato ma benestante che vendicato ma sul lastrico.
LISIA Vuoi accusarlo in tribunale e fargli pagare una multa? Ti riderà dietro tutta la città!
RAFANINICE Che t'importa? Tu ci guadagni lo stesso.
LISIA Beh, questo è vero. L'hai già colto in flagrante?
RAFANINICE Più o meno. L'ho colto, ma non c'erano testimoni.
LISIA Rafaninice, mi stupisco di te! Fin qui c'era arrivato anche Eufileto!
RAFANINICE Ecco, io non sospettavo nulla finché non l'ho... colto.
LISIA E io che credevo che ci fosse un limite all'imbecillità! Questo cambia tutto. Le possibilità di successo sono molto scarse; e a meno che tu...
RAFANINICE No, potrò pagarti solo se vincerò.
LISIA In tal caso non posso accettare.
RAFANINICE Lisia....
LISIA Rafaninice, io non sono come te che hai da mantenere solo le tue quattro barchette e quella puttana di tua moglie; io devo ricomprarmi quello che la tirannide mi ha sottratto con la violenza, non posso perdere tempo dietro a cause che non mi porteranno vantaggi.
RAFANINICE No Lisia, di qui non scappi. La colpa è tua.
LISIA Non ho sedotto io tua moglie!
RAFANINICE No, però hai spiattellato di fatti di quel disgraziato a destra e a manca. Quando hai pubblicato il discorso tanto per far vedere quanto sei bello e bravo...
LISIA Ho chiesto il permesso a Eufileto!
RAFANINICE Dovevi chiederlo anche a suo figlio. L'hai detto tu che è stato... un elemento fondamentale della tua strategia difensiva! Tu mi hai messo in questa situazione e tu mi tiri fuori.
LISIA Ma a cosa mi appiglio, se non ci sono testimoni?
RAFANINICE Non farmi ridere! Non hai scritto una splendida orazione intorno al nulla per quel... chiamiamolo così... adynaton che tutti avevamo visto andare a cavallo e frequentare uomini facoltosi?
LISIA E io che non volevo più avere a che fare con quella famiglia!
Protected by Copyscape Plagiarism Scanner

Contro il figlio di Eufileto- introduzione

Ovvero: spieghiamo la ragion d'essere del delirio che sta per seguire.
Questa commedia nasce da due orazioni di Lisia, Per l'uccisione di Eratostene e Per l'invalido (pare che il passatempo preferito degli Ateniesi fosse farsi causa a vicenda, per cui gli autori di discorsi di difesa o di accusa prosperavano). Non si tratta certo delle creazioni più esaltanti che una mente umana abbia mai partorito, soprattuto perché Lisia allunga la brodaglia ripetendo le stesse due o tre frasi dall'inizio alla fine dell'orazione.
In tutta questa pappina informe però c'era un particolare che mi colpiva: il figlio lattante di Eufileto, che nell'orazione non è un bambino, ma semplicemente lo strumento usato dalla madre per incontrarsi col suo amante Eratostene, e dal padre per dimostrare la colpevolezza della moglie. Senza contare che sia l'adulterio sia l'omicidio di Eratostene devono essersi consumati sotto i suoi occhi o quasi, ma a questo dettaglio nessuno sembra far caso. Ho cominciato a chiedermi: chissà che trauma infantile, come sarà diventato questo bambino da grande?
Così è nata l'idea della commedia, che poi si è mischiata con alcuni elementi tratti da Per l'invalido e al bisogno di vendicarmi di Lisia facendo il verso ai suoi tormentoni. Suppongo che non troverò mai cinque uomini tanto squinternati da aver voglia di recitarla, ma poiché nessuno paga niente per visitare un blog non mi sento in colpa a lanciarla nella grande discarica democratica della rete.
Buona lettura.

martedì 16 agosto 2011

Ora capisco perché si chiama patente

Scusatemi per la battuta scadente (che fra l'altro fa rima con patente; ma non peggioriamo le cose); ma alla fine di questo post si comprenderà quanto il mio cervello sia ormai fuso.
Il mio primo incontro con il magico mondo degli adulti si è dipanato in un'infinita serie di visite a Poste, Comune, medico ed enti vari, alla fine delle quali, a parte diventare un'esperta sulle forme dei timbri, i tipi di ventilatori e le diverse modalità di stare in coda, ho raccolto il materiale necessario a presentare domanda per la patente.
Così in una ridente mattina di luglio ho preso la domanda compilata, le due fototessere di cui una autenticata, il certificato medico e fotocopia dello stesso e le attestazioni di pagamento dei due bollettini e mi sono presentata alla motorizzazione civile. La coda infinita e il terrorismo psicologico seminato dalle impiegate non promettevano niente di buono: già prima che arrivasse il mio turno sapevo che non sarebbe filato tutto liscio. Infatti la vescica dellìimpiegata ha raggiunto il suo limite massimo di sopportazione proprio nel momento in cui raggiungevo lo sportello, cosicché non sono stata accolta con un "buongiorno" ma con un "devo andare in bagno, è tutta la mattina che sto qui. Fortunatamente ha deciso di rimandare, ha preso il materiale che le avevo timidamente porto e si è trasformata in una specie di robot: applicava timbri, spillava fogli e digitava parole a una velocità inconcepibile, mormorando:
"Certificato medico...bollettini... questo è di ventiquattro euro non di quindici... fototessere..."
"Come?"
"Dal primo novembre 2010 il secondo bollettino è di ventiquattro euro. Deve fare un'integrazione di nove euro."
"Ma sul sito..."
"Io gliel'ho detto di aggiornarlo, ma non lo aggiornano."
"E quindi?"
"Vada all'ufficio postale più vicino, paghi l'integrazione e torni qui."
Uno cosa può fare? Quando ho raggiunto la meta dopo la seconda coda, speravo di non dover rivedere quel posto fino all'esame. Troppo facile!
"La sua domanda è stata inoltrata. Torni tra una settimana per fissare la data."

Insomma, dopo tutte queste peripezie pensavo che l'esame in confronto sarebbe stato una bazzecola. Ma il libro dei quiz mi ha riservato altre divertenti sorprese. Gli autori dei quesiti sono dei geniali cabarettisti mancati. La mia capa cità di circolare in sicurezza sulla strada verrà giudicata in base a domande come Il postino non è obbligato ad allacciare le cinture di sicurezza o Sulle autostrade il limite massimo di velocità e 80 km/h per le vetture che trasportano un rimorchio per cavalli (se mi capiterà di dover trasportare dei cavalli mi informerò allora). Ci sono poi le domande criptiche (Si è tenuti a regolare la velocità in funzione del tipo di cambio di velocità), quelle sentimentali (Soccorrere un ferito della strada può voler dire salvargli la vita), quelle demenziali (Il poggiatesta è particolarmente utile per rilassare la muscolatura durante la guida), quelle demenziali e geniali (Il segnale in figura [attraversamento animali domestici] segnala la presenza sulla strada di veicoli a trazione animale), le offese all'italiano (Il rispetto della distanza di sicurezza va rispettato sopra i 50 km/h) e infine la ciliegina sulla torta: Se un ferito della strada è in stato di incoscienza bisogna chiedergli se ha dolori alla testa.
Protected by Copyscape Plagiarism Scanner