sabato 24 settembre 2011

All'amicizia- scena quarta

Manetti e Claudia rientrano in camera.
MANETTI (sbattendo la porta) Sì? Io invece vorrei sapere quando la smetterai di farmi vergognare. (butta i disegni sul tavolo) Come una bambina, Claudia! Come quando si dice: la lasci stare, è una bambina, non sa quello che dice, non si controlla. (butta il mantello sul letto) E invece hai ventidue anni! (butta la giacca accanto al mantello)
CLAUDIA (sciogliendosi i capelli davanti a uno specchio appannato) Io sarò una bambina, ma tu sei ridicolo. Perché non mi dici semplicemente che sei geloso, anziché fare tutte queste storie?
MANETTI (cercando di calmarsi) Claudia, ti stimo troppo per pensare che ti piaccia il marchese. Ma quell'uomo mi paga. Ci paga. Pagherà il tuo vestito per il compleanno della signora Vanzi, il tuo specchio nuovo, il tuo profumo che non mi ricordo mai come si chiama. Non gli puoi parlare come se fosse il macellaio o il cenciaiolo.
CLAUDIA Dimmi cosa gli ho detto di male. Sentiamo.
MANETTI Avete comprato il terreno lì apposta per paragonarvi ai Medici e ai Torrigiani!
CLAUDIA Non l'ho detto così!
MANETTI Vi appropriate di parole altrui...
CLAUDIA Guarda che lui ci si divertiva. Sei tu che gli hai dato noia, non io.
MANETTI (alzando la mani) Hai ragione, sono io che sbaglio. Non comprendo il bisogno legittimo di mia moglie di fare la gallina col primo venuto.
CLAUDIA Il bisogno di tua moglie di fare la gallina col primo venuto forse è la curiosità di capire che tipo è quest'uomo che mi hai così allegramente sputtanato.
MANETTI Oh, è commovente questo tuo interesse per l'umanità! E che tipo è?
CLAUDIA Molto bisognoso di comprensione. Di conferme.
MANETTI Sì, possibile. Peccato che a volte la imponga, la comprensione, anziché chiederla.
CLAUDIA Giuseppe! Il giardino è suo.
MANETTI Certo, ma dovrà essere un giardino costruibile su questa terra, non nel mondo delle idee o che so io. (srotola un foglio sulla scrivania) Guarda. A parte il tempietto, ci sono tre elementi principali: il parterre, l'aiuola con accanto la limonaia e la terrazza. Sono su tre livelli diversi; così il sentiero prima di fartici arrivare te li fa scorgere tra gli alberi, vedere dall'alto, di scorcio, da più prospettive. Pensa Claudia, una passeggiata panoramica in mezzo ettaro di terreno. Ora seguimi. Il marchese stanotte si è sognato che vuole anche un tempietto dedicato alle Muse. Nel centro. Si può fare, gli dico io, se le va bene dimezzare le dimensioni dell'aiuola e avere meno alberi, un ambiente meno raccolto. Ah no, per carità, l'aiuola dev'essere grande, gli alberi ci devono essere. E allora viene un appiccicaticcio. No, l'appiccicaticcio non lo voglio. E allora vai a pigliartelo...
CLAUDIA Scusa, ma se anziché un tempietto gli fai tante statue delle Muse sparse qua e là?
MANETTI Questa è un'idea discreta. Sì, le Muse lungo il sentiero, in successione. (si mette a scarabocchiare sul foglio) Come se invitassero il visitatore a proseguire... Dunque, sono nove. Una la mettiamo qui alla prima biforcazione, un'altra inve...
Claudia lo bacia. Lui la prende in braccio e la mette a sedere sulla scrivania.
CLAUDIA Non mi hai nemmeno ringraziata per averti dato l'idea.
MANETTI E' quello che sto facendo.
CLAUDIA Sei ancora arrabbiato?
MANETTI No. Mi stupisco solo di quanto tu capisca bene il marchese dopo averci parlato per una sera sola.
CLAUDIA Questo non è niente. Se ti raccontassi quello che capisco di te ti spaventeresti.
Manetti spegne la candela.
CLAUDIA Mi sa tanto che ti sto spiegazzando i disegni.
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